Associazione Amici di Montepiatto
Montepiatto conta stabilmente pochissime persone residenti per tutto l’anno;
è quindi soprattutto luogo di villeggiatura estiva o in occasione dei week-end e delle festività
Per far fronte alle svariate esigenze che nascono (o sono nate) in
questa variegata comunità e per fronteggiare vari tipi di problematiche
o di necessità che possono insorgere nel piccolo centro, oltre agli
interventi dovuti del Comune di Torno, è nata nel 1984 l’Associazione
“Amici di Montepiatto” che raggruppa affezionati e simpatizzanti.
I compiti dell’Associazione sono molteplici e si sono differenziati nel
corso degli anni. Nei primi anni dalla sua costituzione, l’associazione
si è occupata di reperire i fondi necessari, contribuendo alle spese
affrontate dal Comune, per il rifacimento di alcuni tratti della strada
che da Torno arriva Montepiatto e rendere in questo modo più agevole il
transito dei mezzi fuoristrada. In un secondo momento è stato realizzato
un parcheggio in prossimità del centro abitato (anche con il
finanziamento diretto di chi ha acquisito i vari posti auto).
L’Associazione si è resa promotrice di moltissime iniziative per rendere
più piacevole il soggiorno estivo degli abitanti di Montepiatto
organizzando feste e banchetti, e allo stesso tempo non ha mai
trascurato l’impegno di mantenere sempre in ordine e puliti l’abitato e
le zone limitrofe organizzando giornate di pulizia delle strade e dei
sentieri e occupandosi della manutenzione del piccolo parco giochi.
L’attuale Presidente dell’Associazione è Alessio Montanari subentrato a Giacomo Sala.
Insieme al Consiglio eletto, si è preso l’impegno per
questo mandato, come del resto chi lo ha preceduto, di occuparsi di queste tematiche
e di trovare, insieme al Comune di Torno, le migliori soluzioni per
Montepiatto da un punto di vista turistico, ma soprattutto logistico e
funzionale per chi possiede
un’abitazione.
Statuto Associazione Amici di Montepiatto
Comunicazioni:
Si ricorda che il permesso per il transito sulla strada di
Montepiatto (solo auto o fuoristada 4x4)
va rinnovato ogni anno portando in Municipio la vecchia autorizzazione;
Download del modulo
per un nuovo permesso:
stampato.pdf
Dal mese di Maggio 2018
TRATTORIA - CROTTO MONTEPIATTO
Cucina casalinga e piatti tipici
(A fianco immagini prese durante la gestione precedente)
Single Malt Club Moonpiatt (nuova associazione)
-Scopo /Mission:
Favorire la reciproca conoscenza e sviluppare il libero e pacifico confronto delle idee, confortati da buon Scotch Whisky.
Per “buon Scotch Whisky” intendiamo Single Malt Scotch Whisky almeno 12YO. Sono ammessi i 10YO per i marchi che hanno il 10YO come standard e non producono il 12YO
-Sede: Crotto Montepiatto
-Soci : Oltre ai soci fondatori il Club è aperto ai simpatizzanti che condividono lo scopo. Per diventare soci è prevista la presentazione di un socio attivo e il contributo di 2 bottiglie di Scotch Whisky, possibilmente nuove etichette.
-Sono previsti periodicamente incontri conviviali tra soci in cui saranno abbinati ai piatti i tipi di whisky adatti.
-Per tali incontri verrà elargito un contributo individuale di € 15,00 per il cibo al Crotto e di € 10,00 per la degustazione del Single Malt. La quota degustazione verrà utilizzata per reintegrare quanto consumato ed allargare la gamma delle etichette
-I soci potranno invitare agli incontri del Club parenti e amici come ospiti graditi.
Attualmente sono disponibili le seguenti etichette:
Ardbeg, Bunnahabhain, Cardhu, Coal Ila, Glendronach, Glenfiddich 12YO, Glenfiddich 15YO, Glengoyne, Glenlivet, Lagavulin, Laphroaig, Oban, Springbank, Talisker, - Bushmills (whiskey)
Meteo - che tempo fa a Montepiatto?
La stampa in pdf è dettagliata
Video delle previsioni
(alla mattina è più dettagliato .. )
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Radar in tempo reale...
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Montepiatto albergo Alpino, meteo dell'inverno 1934: Molta neve,
tempo da lupi!! (ora non più!)
Curiosità
Depliant datato anno 1906 con orari dei treni e battelli per
escursioni
a Montepiatto e con pubblicità dell' Albergo alpino:
depliant.pdf
(gentilmente messo a disposizione dalla famiglia Pizzala)
Gita interessante !
Consiglio vivamente questa
bellissima gita:
Da Brunate
a Montepiatto ... Tratto nell'ormai lontano ottobre 2018 dal sito:
https://www.lakecomo.is/it/
Da Torno a Montepiatto tra storia e leggenda
Un bell'articolo di Maurizio Bianchi che da una quarantina di anni frequenta Montepiatto, ci accompagna attraverso un possibile itinerario tra
Torno, i Massi Avelli e Montepiatto, invitandoci alla visita del paese e dei suoi monumenti, dando ampio spazio alla bella chiesetta di Montepiatto e
alla Pietra Pendula.
Dove ti porterei ...
Ricordi ...
La girandola rosa ...
Ormai tutti gli anni ad Agosto la faccio; sì, sì la faccio una passeggiata da Montepiatto ai Monti di Blevio. Il sentiero, tutto in mezzo al bosco, è adatto a tutte le età: generoso e un po’ in discesa all’andata, viceversa meno generoso e di conseguenza un po’ in salita al ritorno. Insomma nei caldi mesi estivi si arriva, per chi parte da Montepiatto, freschi e riposati alla meta ma al contrario leggermente sudati al ritorno. Eppure guardando bene con gli occhi anche ben attenti del viandante, non ci si accorge della pendenza,
anche se poi le gambe un po’ la sentono. Credo comunque che tutto sommato duecento metri di dislivello tra Montepiatto e i Monti di Blevio ci siano tutti.
Se non si corre, sono venti minuti di passeggiata tutta sotto l’ombra degli alberi tranne l’ultimissimo pezzettino, dove in prossimità della seconda casa, si apre un paesaggio ben curato con un prato sempre tagliato e odore di fieno che secca al sole.
Il sentiero in mezzo al bosco, dopo una prolungata siccità, rimane un po’ polveroso ma viceversa mai fangoso dopo un violento temporale, insomma il terreno è sempre ben drenato. Non è una passeggiata da funghi, non ne ho mai trovato uno se non qualche fungo velenoso che a volte è lì solo per dirti: “Coglimi e mangiami !”, ma io mi sono sempre guardato dal farlo.
Tanto conosco bene la strada che a volte il pensiero corre
più in fretta delle gambe, immaginando un pò prima ciò che c’è
poi dopo la curva: ogni sasso, ogni pianta e così curva dopo curva fino alla meta.
Da ragazzino ci andavo quasi tutti i giorni non solo, ma in compagnia di un amico quasi coetaneo che aveva proprio ai Monti di Blevio una zia, e noi, che allora avevamo quattordici o quindici anni andavamo volentieri a trovarla.
Ricordo ancora i nostri discorsi di adolescenti: parlavamo di ragazze, delle
nostre simpatie femminili del momento che erano sempre a senso
unico, credendo poi di sapere tutto anche se in realtà non
sapevamo nulla. Mi viene ora da sorridere al solo ricordo di
quegli ingenui discorsi (...!)
A volte parlavamo di pesca, la nostra comune passione di allora, e facevamo progetti su come spendere per quella passione le nostre paghette …. In questo modo trascorreva tutto il tempo della nostra passeggiata
e quasi non ci si accorgeva del viaggio.
All’arrivo la gentile signora ci faceva trovare sempre una fetta di torta o dei pasticcini accompagnati da una tazza di tè. Era una signora molto gentile con un marito che a me sembrava la bontà in persona. Era molto piacevole, al di là della torta e dei pasticcini, parlare e conversare del più e del meno con loro. La loro casa era una delle prime che si incontravano dopo aver raggiunto l’abitato. Si dovevano scendere cinque o sei “gradoni” al di sotto del sentiero e lì si trovava la casetta con un bel terrazzino ombreggiato da un glicine e, proprio su quel terrazzino noi, come premio della passeggiata, trovavamo immancabilmente i dolciumi.
Una cosa però mi aveva allora colpito: sulla ringhiera del terrazzino era legata con uno spago una
girandola rosa di celluloide, quelle che si trovano ancora
oggi nei mercatini di Pasqua e che si regalano ai bimbi. Ma loro non avevano bimbi ma solo una figlia un po’ più grande di noi. Non capivo e fantasticavo sul significato di quella girandola che girava azionata dalla brezza del caldi pomeriggi agostani. Era un segreto, così allora nella mia fantasia di ragazzino sembrava.
Ancora oggi, quando vedo quella casetta col terrazzo e il glicine
rigoglioso, mi vengono in mente profumi di dolci, la gentile signora e il marito e quel loro segreto:
la girandola rosa … !
Le immagini sono rispettivamente il sentiero che porta ai Monti di Blevio e la casetta.
Ricordi ...
Anche i murun fann l’üga
murun = gelso, frutto del gelso
fann = fanno
üga = uva
(Vecchio detto dialettale che nel migliore dei casi significa
pressappoco: anche i meno esperti a volte
fanno cose buone, e nel peggiore dei casi:
anche le cose inutili a volte possono
servire)
Ricordo, anche se ormai sono passati molti anni, gli anziani e
anche i meno anziani passare il tempo qui a Montepiatto giocando
alle bocce nel campo adiacente la vecchia trattoria... oggi non
ci sono più né il campo né la trattoria. Spessissimo, da
ragazzo, mi fermavo sotto i castani a seguire quelle
interminabili partite e mi divertivo ad osservare le piccole ed
innocenti liti fra i giocatori. Il tenore delle dispute era
quasi comico, ma per loro era fondamentale stabilire chi dovesse
“bocciare”, chi andare a punto o chi dovesse rimanere per ultimo
a tirare (di solito toccava al più bravo addetto quindi a
risolvere le sorti della “mano”). Il problema però era proprio
riconoscere a vicenda chi fosse il più bravo, e proprio da qui
nascevano quasi tutte le discussioni.
Coloratissime le battute e i detti quasi sempre dialettali che
accompagnavano i tiri di questo o quel giocatore ed era bello
vedere come, con la fine delle partite, terminavano anche le più
accese discussioni fra strette di mano e un bicchiere di buon
vino.
Raramente anche io, poco meno che ventenne, venivo chiamato a
giocare per poter completare la squadra (non si può giocare se
si è in numero dispari). Ero certamente il più giovane e anche
inesperto giocatore e ricordo le bonarie ingiurie per le mie
numerose defaillance e le pochissime lodi per le mie rare
“prodezze”, quasi sempre accompagnate dal detto dialettale:
“Anche i murun fann l’üga”.
Ora in questo tardo pomeriggio agostano di Montepiatto, sotto i
castani e con il sole già basso all’orizzonte, vicino a quel
poco che rimane del campo di bocce (un segnapunti appeso ad un
albero e un abbozzo di impianto di illuminazione che ai tempi
doveva servire per le partite notturne), immerso nei ricordi, mi
sembra di risentirmi dire ancora da una voce lontana: “Anche i
murun fann l’üga …”.
Gastronomia
Riordinando vecchi
documenti e foglietti scritti rigorosamente a mano (nei primi
anni del secolo scorso certamente non esistevano né stampanti né
computer), ho trovato alcune ricette scritte da mia nonna
paterna vissuta appunto tra la fine dell’ottocento e poco dopo
la metà del novecento. Si tratta certamente di sue varianti di
ricette note e meno note di primi piatti, secondi e dolci. Mia
nonna era infatti una bravissima cuoca. Ricordo benissimo che
quando ero bambino il profumo dei dolci era una costante in
casa, e spessissimo potevamo gustare torte o dolciumi di ogni
fattura. Quando ero bambino in casa mia già c’erano i fornelli a
gas, ma ricordo bene di come mia nonna mi raccontasse come
andavano le cose a i “suoi” tempi…e ancora oggi, se chiudo gli
occhi, rivedo mia nonna intenta a cucinare con la
cucina economica. Una grossa stufa che racchiudeva in sé la
possibilità di cucinare e quella di scaldare la casa, ed era
alimentata rigorosamente a legna. La cucina era il locale della
casa dove tutta la famiglia trascorreva la maggior parte del
tempo e durante l’inverno era l’unica stanza riscaldata.
Oggi anche io mi diletto nella preparazione di dolci e piatti
tipici cercando di seguire le ricette che mi ha lasciato mia
nonna e cercando di cogliere i piccoli segreti che rendevano
quei piatti unici e irripetibili... per noi è più facile, forniti
come siamo di tutte le strumentazioni dei nostri giorni (forno,
microonde, robot da cucina…), ma ancora adesso rimango ammirato
dall’abilità di mia nonna, e di tutte le massaie dei suoi tempi,
nel saper regolare in modo giusto ed equilibrato la temperatura
del forno, aggiungendo qualche "ciocco" di castagno per
aumentarne la temperatura o togliendo parte della brace per
diminuirla. Forse il segreto della bontà di quelle ricette
risiedeva proprio in quelle abilità ormai scomparse.
Ma torniamo a quei foglietti dove, scritte ancora con
l'inchiostro della
penna stilografica, ho trovato fra le tante, tre ricette che
qui trascrivo di seguito. Sicuramente mia nonna trovava nei
boschi di Montepiatto, dove trascorreva le vacanze estive con la
famiglia, alcuni degli ingredienti necessari per la loro
preparazione.
Crostata di more
Le more, a Montepiatto,
si possono raccogliere da dopo ferragosto fino ai primi giorni
di settembre.
INGREDIENTI PER LA MARMELLATA:
500 gr. di zucchero per 1 Kg
di more
Cuocere a fuoco lento le more con lo zucchero senza aggiungere
acqua mescolando di tanto in tanto con un cucchiaio di legno
finché la marmellata avrà raggiunto la giusta consistenza.
Non aggiungere addensanti per abbreviarne la cottura, fatelo
solo con more coltivate, ma non con quelle di Montepiatto
(sarebbe un sacrilegio il solo pensarlo!)
INGREDIENTI PER LA PASTA FROLLA:
400 gr. farina bianca
200 gr. zucchero
200 gr. burro
n. 4 uova (solo i rossi)
una scorzetta di limone grattugiata
un pizzico di sale
Mescolare ed impastare gli ingredienti senza aggiungere acqua
(il burro deve già essere ammorbidito). Fare riposare la pasta
così ottenuta per circa una mezzora in frigorifero.
Fare un disco con 3/4 della pasta e disporla nella teglia
facendo un bordo di circa 5 o 6 mm. Aggiungere uno strato di marmellata
di more e guarnire con striscioline di pasta frolla ottenuto col
resto della pasta avanzata. Cuocere in forno non ventilato per
circa 25 - 30 minuti a 190° o 200° (ogni forno ha i suoi tempi,
regolarsi di conseguenza)
Torta di sambuco (pan meino)
Cogliere 10 o 12 grappoli
di fiori di sambuco e fare essiccare al sole per molti giorni in
una tavorella di legno ricoperta con carta pergamino fino a
quando si riduce al tatto quasi in polvere.
I fiori di sambuco si raccolgono tra la seconda metà del mese di
maggio e la prima decade di giugno, a seconda dell'andamento
climatico della stagione. Essi devono essere già perfettamente
aperti ma non troppo avanti, devono cioè conservare il polline
che una volta essiccato con tutto il fiore dà il tipico suo
profumo. Avere cura di togliere il gambetto del fiore,
altrimenti il profumo sarebbe accompagnato da uno sgradevole
aroma di fieno.
INGREDIENTI:
400 gr. farina bianca
100 gr. farina gialla (quella della polenta però macinata fine)
100 gr. zucchero
260 gr. burro
n. 2 uova (solo i rossi)
n. 4 cucchiai di fiori di sambuco essiccati
n. 1 bustina di lievito per dolci
un po’ di latte
Lavorare ed impastare gli ingredienti, infornare a forno già
caldo e non ventilato a 200° e cuocere per circa 40 minuti.
A scelta, spolverare con zucchero a velo
Nocino
Cogliere le noci con
ancora il mallo circa intorno la fine del mese di giugno.
INGREDIENTI:
n. 40 noci
n. 1,5 litri di buona grappa
300 gr. zucchero
Procurarsi un recipiente di vetro con chiusura e abbastanza capiente,
aggiungere le noci tagliate in due pezzi e la grappa (a scelta
aggiungere un po’ di cannella e 4 o 5 chiodi di garofano).
Fare riposare al buio in ambiente caldo (solaio) per 40 giorni e più.
Alla fine filtrare con carta filtro e riempire le bottiglie
aggiungendo lo zucchero. Lasciare invecchiare ancora qualche
mese prima di consumare.